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Burnout: cosa significa e quali sono i sintomi

Published on
1/5/2022

La parola burnout può essere tradotta in italiano in “bruciato” e indica una sindrome di esaurimento emozionale, emotivo e spersonalizzazione che si manifesta soprattutto nelle professioni in cui vi è una grande implicazione a livello di relazioni. In sostanza si tratta di un vera e propria perdita di interesse verso le persone con le quali ci si relaziona per svolgere la propria attività come pazienti, clienti, ecc.

I sintomi caratteristici del burnout sono nervosismo, irrequietezza, apatia, indifferenza, cinismo, ostilità, depressione.

Burnout lavoro: cos’è

La sindrome di burnout colpisce determinate categorie di lavoratori che nell’esercizio della loro professione hanno a che fare con persone che hanno bisogno di aiuto, quindi si tratta di professioni come i medici, gli infermieri, gli insegnanti, che sono caratterizzate nel dare un contributo per il benessere della persona.

Spesso questa patologia si manifesta non solo per la natura del lavoro svolto, ma anche per la natura personale del professionista stesso che potrebbe non sopportare il tipo di impegno richiesto e il coinvolgimento personale ed emotivo. Inoltre non è detto che colpisca il singolo lavoratore, ma può succedere che coinvolga un intero team o istituzioni (vigili del fuoco, ad esempio) e oltre allo stress lavorativo incidono anche problemi di natura sociale, politico ed economico.

Il burnout è la malattia dell’individuo che vive e lavora  in un determinato contesto sociale che condiziona il modo di operare delle persone e di come si relazionano rischiando di far perdere l’aspetto umano e far prevalere di un senso di inadeguatezza.

Sintomi burnout: quali sono

I sintomi del burnout possono essere molteplici e possono manifestarsi sia sulla persona stessa che verso terzi.

Nello specifico possiamo distinguere i sintomi in:

  • Sintomi aspecifici e quindi non caratterizzante la sindrome come stanchezza, apatia, nervosismo, insonnia;
  • Sintomi somatici che creano delle vere e proprie patologie come mal di testa, problemi cardiovascolari o sessuali, ecc.;
  • Sintomi psicologici come rabbia, aggressività, negativismo, non voler andare al lavoro, sensi di colpa e di fallimento, depressione, difficoltà al cambiamento, tendenza ad isolarsi, atteggiamento critico verso i colleghi, ecc.

Come si evince i sintomi del burnout possono essere ricollegati ai disturbi di tipo ansioso-depressivo che portano a trasformare il disagio in patologia e ad avere disturbi di tipo comportamentali. Questi problemi naturalmente si riverseranno, oltre che sul posto di lavoro, anche nell’ambito familiare e sociale.

Sindrome di burnout: cosa fare

Individuare la sindrome di burnout non è semplice anche perché spesso lo si associa a un problema personale e non di contesto lavorativo e sociale. Infatti l’aiuto a tale problema dovrebbe arrivare oltre che dal punto di vista individuale, anche a livello organizzativo.

Dal punto di vista della persona sicuramente è necessario l’aiuto di un professionista in materia che faccia comprendere la relazione esistente tra il lavoro, il contesto e la propria vita personale e quindi a scindere i vari ambiti e aiutare a cambiare la propria visione e atteggiamento.

Se guardiamo al contesto lavorativo avere uno, o più, lavoratori con la sindrome di burnout sicuramente si ripercuoterà sull’intero sistema organizzativo e quindi necessario prevenire questa patologia attraverso dei metodi che portino positività all’interno dell’ambiente di lavoro. Alcuni esempi potrebbero essere di coinvolgere attivamente i lavoratori lasciandogli una certa autonomia nelle decisioni e nell’organizzazione del lavoro, di creare coesione tra il personale.

Possiamo schematizzare alcune delle azioni più importanti da realizzare in:

  • Azioni a livello individuale, fissare obiettivi realistici, fare delle pause, utilizzare tecniche di rilassamento, separare il lavoro dalla vita privata.
  • Azioni a livello sociale, rafforzare il legame con amici e familiari, rafforzare il rapporto con i colleghi.
  • Azioni a livello organizzativo, favorire il senso di squadra e di collaborazione, coinvolgere nelle decisioni aziendali, comunicare in modo chiaro gli obiettivi, cogliere le capacità e potenzialità di ogni lavoratore, fornire una formazione continua e costante nel tempo.

Naturalmente per superare questa sindrome è molto importante l’atteggiamento del soggetto che dovrà volere ed essere disposto a seguire questo percorso e accettare le terapie e le cure consigliate dall’esperto.

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Un gruppo di persone sedute alle scrivanie in una stanza